In questi giorni sta impazzando il tema Protezione gratuita per i Computer in rete e in tutto il settore informatico.
Il “caso” è scaturito dal nuovo software appena lanciato dalla Microsoft: Security Essentials.
Questo software permette di avere una protezione totale per il nostro pc (da virus, hacker, spyware ecc.) a costo zero.
Il software infatti, è totalmente gratuito, e da pochi giorni ne è disponibile il download anche in italiano al seguente indirizzo: http://www.microsoft.com/Security_essentials/.
Molto interessante anche la leggerezza di questo software, che non richiede capacità hardware esagerate; e sopratutto la sua caratteristica di essere uno stand-alone, ovvero il programma è indipendente dalla struttura di Windows (nonostante la suite di protezione sia prodotta proprio da “mamma Microsoft”) e l’esecuzione di Security Essentials non è legata più di tanto al sistema operativo.
L’attenzione del mondo informatico si è cosi rivolta a questo nuovo software, e sopratutto all’idea della Microsoft di lanciare suite di protezione gratuite.
L’idea ovviamente, è stata accolta calorosamente da tutti quei milioni di utenti che sono preoccupati riguardo alla sicurezza del proprio PC (del resto uno spyware o un virus, potrebbero rispettivamente diffondere i nostri dati in rete, o danneggiare i nostri file) ma non vogliono spendere capitali; tuttavia le polemiche non sono mancate.
La Symantec, infatti, ed in particolare Norton, casa produttrice del famosissimo antivirus a pagamento, ha risposto con una campagna “sarcastica” a questa iniziativa-idea di casa Microsoft.
Secondo quest’ultima infatti, Security Essentials (e in generale i software di protezione gratuiti), pur essendo utile, ha un livello di protezione già obsoleto, in quanto come si capisce dal nome stesso, fornisce solo una protezione “essenziale”, di certo non competitiva a quella che fornisce un software come Norton Antivirus o altri software pagamento.
“So you get what you pay for”, dice la campagna Norton, ovvero “Come spendi, mangi” tradotto maccheronicamente.
Fatto sta che la buona iniziativa di Microsoft rimane, sopratutto ricordandoci di che azienda si tratta, in quanto di sicuro l’azienda di Redmond non è una società no-profit o che “vive” sulla pubblicità.
E voi, cosa ne pensate?